In questa sezione trovate una descrizione dei miei articoli pubblicati. Potete accedere a una versione in pdf degli articoli cliccando sull’icona relativa a ciascuno.
Articoli pubblicati IN ELEPHANT MAGAZINE:
The Art of Sex (clicca sull’immagine per aprire l’articolo)
Elephant n.2 (Primavera 2010)
Di cosa parlano gli artisti quando parlano di sesso?
Artisti inclusi: Karim Hamid, Japi Hoono, Berta Jayo, Sean Landers, Thomas Lelu, Monica Rizzolli, Zak Smith, Kazuki Takamatsu, James Unsworth, Vivaultra
Microworlds – The incredible shrinking subject (clicca sull’immagine per aprire l’articolo)
Elephant n.3 (Estate 2010)
Artisti inclusi: Adalberto Abbate, Jason Barnhart, Amy Bennett, Vincent Bousserez, Daniel Dorall, Thomas Doyle, Audrey Heller, Minimiam, Liliana Porter, Jonah Smason, Slinkachu. Introduzione di Marc Valli.
Post-Real – The paintings of floods, masks and car crashes (clicca sull’immagine per aprire l’articolo)
Elephant n.3 (Estate 2010)
Artisti inclusi: Miguel Calderon, Amy Casey, Tim Eitel, T0moo Gokita, Josh Keyes, Kon Trubkovich, Dirk Skreber, Jonathan Wateridge, Simon Willems
‘Maya Gold – The view from above’ (clicca sull’immagine per aprire l’articolo)
Elephant n.5 (Inverno 2010/11)
L’artista israeliana Maya Gold ci parla dei suoi paesaggi umani, dove un apparente immobile perfezione rivela un’inquietante sospensione della vita quotidiana. Il sovvertimento dell’ordine naturale si riflette nella sua tecnica pittorica, dove le ombre vengono prima degli oggetti che le proiettano…
Cinematic Painting – The Cinematographic Eye of Painting (clicca sull’immagine per aprire l’articolo)
Elephant n.6 (Primavera 2011)
Il linguaggio dell’immagine in movimento si è talmente radicato nelle nostre vite che ha cominciato a informare le nostre capacità immaginative. Quest’articolo esplora in che modo una tale premessa si estende alla pittura.
Artisti inclusi: Guillaume Bresson, Andy Denzler, Jeremy Geddes, Nicole Hayden, Tiina Heiska, Joyce Ho, Justin Mortimer, Wayne Toepp
Sunny Spaces, Dark Places (clicca sull’immagine per aprire l’articolo)
Elephant n.7 (Estate 2011)
Un’intervista con Matt Duffin, in cui scopriamo dove ha origine il suo universo visivo, inquietante e giocoso insieme.
Electronic Still Lives (clicca sull’immagine per aprire l’articolo)
Elephant n.7 (Estate 2011)
Dane Lovett reinterpreta il genere della natura morta in chiave contemporanea. Copertine di dischi e sintetizzatori si uniscono a piante da interni nella sua versione di uno dei soggetti più tradizionali della storia della pittura.
Windows onto windows onto… (clicca sull’immagine per aprire l’articolo)
Elephant n.8 (Autunno 2011)
Mi sono imbattuta per la prima volta nel lavoro di Eric White mentre facevo ricerca sui pittori influenzati dal cinema. L’artista confessa come un’esperienza cinematografica sia stata fondamentale durante la sua infanzia. ‘I miei genitori mi portaronoo a vedere il film di Frank Zappa Two Hundred Motels quando avevo 2 anni, e sono sicuro che mi ha creato un gran bel danno!’ confessa…
Enjoy the Silence (clicca sull’immagine per aprire l’articolo)
Elephant n.8 (Autunno 2011)
Da una lunga conversazione con l’artista, un articolo di approfondimento su Hans Op de Beek, l’artista belga che spazia con naturalezza dalla scultura alle installazioni, dal video alla pittura, dal disegno alla fotografia.
The Urgency of the Real (clicca sull’immagine per aprire l’articolo)
Elephant n.8 (Autunno 2011)
Dopo aver contattato l’egiziana Jasmina Metwaly per un’intervista nel 2011, in poche settimane l’artista si è recata a El Cairo, poi in Grecia – due posti afflitti da disordini quotidiani e che si trovano ancora in una situazione di caos politico e civile. Ma nonostante le difficoltà, Jasmina Metwaly ha trovato il modo di condividere con generosità con me quel che significa essere un’artista che va incontro alle urgenze del reale.
Making Pictures (clicca sull’immagine per aprire l’articolo)
Elephant n.8 (Autunno 2011)
Il norvegese Rune Guneriussen crea universi onirici graziosamente incongruenti, dove inanimati oggetti comuni popolano paesaggi naturali apparentemente inalterati dalla presenza dell’uomo. Tra atmosfere fantascientifiche e fiabesche, le sue scene emanano una tale energia evocativa che ciascuno potrebbe facilmente collegarle ad una propria narrativa personale e renderle animate.
Following the thread – Art&Craft: an Embroidered Web (clicca sull’immagine per aprire l’articolo)
Elephant n.9 (Inverno 2011-12)
Tradizionalmente categorizzato come ‘arte decorativa’, o etichettato come ‘artigianato’, il ricamo offre agli artisti possibilità inaspettate e diverse e dà vita a risultati notevoli, stimolando al contempo la creatività.
Artisti inclusi: Maurizio Anzeri, Ehren Elizabeth Reed, Inge Jacobsen, Hinke Shreuders, Berend Strik, Shaun Kardinal, Melissa Zexter, Lauren DiCioccio, Maria Ikonomopoulou, Stacey Page
A Visual Journal (clicca sull’immagine per aprire l’articolo)
Elephant n.9 (Inverno 2001)
Il lavoro del fotografo italiano Ruggero Maramotti è riconoscibile per l’uso delicatamente personale della luce. Maramotti evita l’alta saturazione dando alle sue fotografie una qualità ‘morbida’ e soffusa, simile al ‘sapor d’antico’ che la patina di polvere conferisce agli argenti in un negozio di antiquariato. Le opere di Maramotti rimangono sospese in un’atmosfera antica e senza tempo.
A Genealogical Case Study (clicca sull’immagine per aprire l’articolo)
Elephant n.10 (Primavera 2012)
La serie Midcentury Studio di Stan Douglas comprende 45 fotografie in bianco e nero che ritraggono vari soggetti e si possono ascrivere a diversi generi, da scatti apparentemente amatoriali a servizi fashion, dai ritratti in studio al reportage fotografico da scene del crimine in un’atmosfera cinematografica. Con Midcentury Studio Stan Douglas non realizza soltanto un’inchiesta artistica quanto piuttosto una ricerca genealogica nella storia della fotografia.
Postcards from a Transitional Space (clicca sull’immagine per aprire l’articolo)
Elephant n.10 (Primavera 2012)
Avendo vissuto a Londra da diversi anni, la peruviana Ximena Garrido-Lecca ha sviluppato un linguaggio internazionale che le consente di raggiungere un pubblico internazionale nonostante il costante e quasi esclusivo riferimento al nativo Perù.
(Mis)Trusting Photography (clicca sull’immagine per aprire l’articolo)
Elephant n.11 (Estate 2012)
L’arte di Carlo Van de Roer è un’instancabile ricerca degli aspetti invisibili della realtà. Tecniche scientifiche e la tradizionale illusione fotografica si combinano per creare un mondo sovrannaturale che invita sia allo scetticismo che alla credulità da parte dello spettatore.
Where is the bomb? (clicca sull’immagine per aprire l’articolo)
Elephant n.11 (Estate 2012)
Il norvegese Gardar Eide Einarsson è atterrato negli Stati Uniti un giorno prima dell’11 settembre. Anche se nella sua arte evita ogni riferimento diretto all’evento, da allora l’artista ne esplora le conseguenze (la paranoia, gli eccessi burocratici ecc.) in provocatorie narrative visive.
The discreet charm of Video Art (clicca sull’immagine per aprire l’articolo)
Elephant n.11 (Estate 2012)
La video art può essere bella da guardare. Eppure, tentare di definire cosa sia è un’impresa titanica. Da dove cominciare. Da ‘video’ o da ‘art’? Nel indagare l’estetica del formato video, ho provato ad imparare una nuova logica visiva e mi son ritrovata piacevolmente intrattenuta.
Artisti inclusi: William Lamson, John Wood and Paul Harrison, Alexandra Hughes, Oliver Michaels, Anne Harild, Jean-Michel Rolland
Clarisse d’Arcimoles (clicca sull’immagine per aprire l’articolo)
Elephant n.12 (Autunno 2012)
Francese di nascita ma residente a Londra, Clarisse d’Arcimoles ha realizzato due progetti ispirati alla storia di Londra: The Good Old Days e Rise and Fall sono stati la sua risposta artistica alla demolizione di una casa popolare e di tutte le storie di vita contenute nell’edificio mentre A Forgotten Tale ricostruisce fedelmente l’epoca vittoriana.
Gareth Jones (clicca sull’immagine per aprire l’articolo)
Elephant n.12 (Autunno 2012)
Gareth Jones ci parla della sua carriera artistica che si estende per più di 25 anni attraverso lavori che instancabilmente mettono in discussione il concetto di arte.
Maureen Paley (clicca sull’immagine per aprire l’articolo)
Elephant n.12 (Autunno 2012)
Con spirito visionario ed una certa dose di incoscienza, la gallerista americana Maureen Paley è stata pioniera della scena artistica dell’East End a Londra ed ha così ispirato altri a seguire le sue tracce. Nel corso di più di 25 anni di attività, la sua galleria ha sempre conservato uno spirito innovativo, sempre presentando nuovi artisti.
Nicholas McLeod (clicca sull’immagine per aprire l’articolo)
Elephant n.12 (Autunno 2012)
Dopo essersi trasferito dalla natia Norfolk a Londra, il pittore Nicholas McLeod ha maturato una tecnica raffinata, sperimentando col suo soggetto esclusivo e ossessivo: case spettrali e luoghi abbandonati.
Ang Tsherin Sherpa (clicca sull’immagine per aprire l’articolo)
Elephant n.12 (Autunno 2012)
Nato in Nepal da famiglia tibetana e attualmente residente in California, Ang Tsherin Sherpa ha sempre vissuto sulla sua pelle la condizione di outsider. Facendo tesoro della rigida disciplina dei tradizionali thangkas tibetani, la sua arte mescola in maniera originale iconografie derivanti dalle sacre tradizioni del buddismo tibetano con simboli di un ultra-contemporaneo mondo secolare.
Rambharos Jha (clicca sull’immagine per aprire l’articolo)
Elephant n.13 (Inverno2012/13)
Autore del libro pluripremiato Waterlife (pubblicato dai tipi di Tara Books), l’indiano Rambarhos Jha appartiene alla generazione di giovani artisti che tengono viva la tradizione Mithila, un’antica forma d’espressione artistica tipica della regione Mithila del Bihar.
Samira Hodaei (clicca sull’immagine per aprire l’articolo)
Elephant n.13 (Inverno 2012/13)
L’iraniana Samira Hodaei infonde la sua arte di una riflessione personale sulla esistenza di donna e artista in uno dei paesi più tormentati del mondo. Ma piuttosto che affidare i propri sentimenti ad una narrativa esplicitamente politica, Samira Hodaei traduce le sue esperienze personali in termini squisitamente artistici.
Art with a hammer (clicca sull’immagine per aprire l’articolo)
Elephant n.14 (Primavera 2013)
Una lunga conversazione con Adel Abdessemed intorno alla sua are controversa getta nuova luce su che cosa significhi veramente la violenza, nell’arte come nella vita.
Wonders of the Ocean (clicca sull’immagine per aprire l’articolo)
Elephant n.15 (Estate 2013)
Le sensuali fotografie subacquee dell’hawaiana Christy Lee Rogers somigliano a pitture barocche, grazie alla sua abilità nel calibrare le luci nella magia dell’elemento acqua. Il risultato sono scene meravigliosamente delicate e allo stesso tempo potentemente sensuali.
Going East – Newer Horizons of Tradition (clicca sull’immagine per aprire l’articolo)
Elephant n.15 (Estate 2013)
Scrivere questo articolo è stato come salire su un tappeto magico e viaggiare attraverso il colorato e complesso panorama dell’arte contemporanea mediorientale, dove una nuova generazione di artisti sta rifiutando la comunemente accettata dicotomia che oppone la categoria di ‘moderno’ a quella di ‘tradizionale’.
Artisti inclusi: Simeen Farhat, Selma Gürbüz, Afruz Amighi, Ahmed Mater, Babak Kazemi, Nazgol Ansarinia, Faig Ahmed, Nja Mahadaoui, Hayv Kahraman, Ayad Alkadi, Razan Sabbagh
Culturally contagious (clicca sull’immagine per aprire l’articolo)
Elephant n.16 (Autunno 2013)
Nel corso della sua ultra-ventennale carriera artistica, Adriana Varejão ha prodotto lavori molto diversi tra loro, dalla pittura al disegno fino alle installazioni. Il suo ricco inventario di fonti d’ispirazione include mappe antiche, cronache di viaggio risalenti alle epoche coloniali, studi antropologici e letteratura erotica.
Hesam Rahmanian (clicca sull’immagine per aprire l’articolo)
Elephant n.17 (Inverno 2013-2014)
Hesam Rahmanian si definisce una formica che costruisce un mondo intorno a sè. Cresciuto in Iran circondato da animali, il suo sogno era di diventare veterinario. Quando si è reso conto che l’arte, in quanto processo di creazione, è la cosa più vicina alla natura, ha optato per la carriera artistica.
eX de Medici (clicca sull’immagine per aprire l’articolo)
Elephant n.18 (Primavera 2014)
Quando l’artista neozelandese eX de Medici fece il suo primo tatuaggio nel 1988, rimase sorpresa dalle potenzialità tecniche e concettuali di questo mezzo d’espressione, al tempo disprezzato dagli ambienti dell’arte.
Monica Canilao (clicca sull’immagine per aprire l’articolo)
Elephant n.18 (Primavera 2014)
Monica Canilao è un’accumulatrice sensuale, che incessantemente raccoglie e conserva vari materiali per poi creare installazioni che fanno pensare a stanze inabitate dove i muri sono ricoperti di carte da parati sbiadite e dove strani oggetti artigianali si accatastano su strambi pezzi di mobilia.
Carol Prusa (clicca sull’immagine per aprire l’articolo)
Elephant 19 (Estate 2014)
Da bambina l’americana Carol Prusa era solita stare sdraiata a letto di notte cercando di capire perchè le cose sono come sono. Per trovare risposta ha deciso di studiare Chimica all’Università dell’Illinois ma ha scoperto presto che l’arte le avrebbe offerto un modo più libero di esplorare le sconfinate meraviglie dell’universo.
Antonis Donef (clicca sull’immagine per aprire l’articolo)
Elephant 19 (Estate 2014)
Il greco Antonis Donef trasforma il suo rapporto di amore e odio per i libri in energia creativa, lavorando come un alchimista i cui preziosi materiali grezzi sono vecchie pagine stampate. I fitti, intricati e minuziosi disegni di Donef le trasformano da mezzo di conoscenza razionale in un campo aperto a libere associazioni e percorsi irrazionali.
Jim Denevan – Surfing with Fibonacci (clicca sull’immagine per aprire l’articolo)
Elephant 19 (Estate 2014)
Una via di mezzo tra land art e performance, i transitori disegni sulla sabbia di Jim Denevan vengono immortalati in fotografie panoramiche che fanno venire alla mente una serie di aggettivi: misteriosi, meravigliosi, maestosi, pacificanti, ipnotici…Ma ‘naturali’ è probabilmente la parola che meglio riassume l’arte di Denevan. I suoi disegni sono inscritti su spiagge e altri ambienti naturali, e il loro design si ispira alle geometrie organiche della natura. Denevan li realizza a mano libera, senza l’aiuto di disegni preparatori né di strumentazioni tecnologiche. In breve, i suoi disegni appartengono alla natura in tutto e per tutto e la natura alla fine se li riprende sempre attraverso l’azione delle onde e del vento.