Le sculture della coreana Jin Young Yu sono estremamente delicate e malinconiche. La sua galleria di personaggi trasuda un disagio quasi straziante nel loro esporsi alla vita sociale…
Jin Young Yu lavora pazientemente con creta e PVC tramite un processo lungo e incredibilmente accurato, come si può leggere in una sua intervista per Arrested Motion qui (in inglese). Le sculture sembrano portare i segni emotivi della loro connaturata fragilità.
I piedi uniti, le braccia e le mani congelate in un’innaturale immobilità, le espressioni sull’orlo delle lacrime o paralizzate in una tesa neutralità, le persone invisibili di Jin Young Yu appaiono socialmente goffe e perdenti, quindi invisibili.
Conosco questi lavori da qualche anno ormai, ma mi sono tornati in mente mentre leggo Quiet: Il potere degli introversi in un mondo che non sa smettere di parlare di Susan Cain. Le creature fragili ed eteree di Jin Young Yu incarnano un senso di isolamento sociale, disagio e sconfitta. Alcune si esse sono costrette a vestire accessori decorati con facce sorridenti e tutte quante sembra si sforzino ad adeguarsi in un mondo che si aspetta che tutti siano estroversi.
Il libro di Susan Cain mette in discussione l’ideale estroverso in base al quale la società contemporanea sembra giudicare più o meno positive e di successo le persone. Le persone invisibili di Jin Young Yu danno corpo ad un’angoscia emotiva assoluta, quella che può essere provocata dal dominio di un modello culturale che premia solamente gli estroversi.
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